Forfait solo per i capitali ridotti

Sole 24 ore: 07/11/2014

In merito alla voluntary disclosure, con la domanda dati su costituzione di attività estere, rendimento finanziario e proventi da dismissione il calcolo è semplificato se la media annuale delle consistenze non supera i due milioni. Negli altri casi sarà necessario operare una ricostruzione analitica delle posizioni da sanare per le annualità interessate.

Per quanto riguarda il reddito iniziale occorre spiegare la formazione dell’investimento estero, quindi documentare al fisco da che fonte di reddito non dichiarato in Italia derivano le somme. Nel caso più diffuso, quello dei ricavi, o compensi in nero il reddito avrà rilevanza ai fini IRAP, eventualmente anche dell’IVA. Circa gli investimenti finanziari, invece, occorre stabilire una destinazione tra grandi e piccoli investimenti all’estero. Nel caso di grandi investimenti l’unica strada è ricostruire in modo analitico tutti i redditi, anno per anno. È una delle maggiori complicazioni visto che bisogna ricostruire, dopo tanti anni una posizione fiscale completa. Per i piccoli investimenti il calcolo è forfettario. La viabile di riferimento è la consistenza delle attività al termine di ciascun anno di riferimento – la loro media non deve superare i 2 milioni di euro.

La scelta per il forfait è opzionale e deve essere manifestata espressamente nella domanda di collaborazione volontaria. La terza componente dei redditi imponibili è quella relativa alla dismissione delle attività. Si ritiene che questi proventi dovrebbero essere assorbiti nel calcolo del 5% sulle consistenze a fine anno. Nel calcolo analitico, invece, questi redditi dovranno essere sempre presi in considerazione.

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