Antiriciclaggio depenalizzato, ma raddoppiano le sanzioni.

La notizia della depenalizzazione dell’antiriciclaggio ha avuto nelle ultime 24 ore ampio eco sui media nel nostro Paese: approvata in via preliminare dal Consiglio dei Ministri dello scorso 13 novembre, di fatto la misura converte dall’ambito penale a quello amministrativo le sanzioni per mancata conformità alla normativa antiriciclaggio di intermediari, professionisti e revisori contabili.

Gli obblighi rimangono quindi immutati e si inaspriscono le sanzioni – fino al doppio di quanto già previsto attualmente – per quanto riguarda i tre cardini dell’antiriciclaggio: identificazione della clientela nei casi previsti dalla legge, registrazione – nel qual caso la sanzione scatta anche per ritardo, incompletezza e conservazione della documentazione per i 10 anni previsti dalla norma (ricordiamo che tutti i professionisti sono tenuti alla istituzione di un archivio digitale dei dati relativi a clienti e operazioni entro 30 giorni dall’accettazione dell’incarico). Infine, aumenta il valore dell’ammenda in caso di inadempienza nella comunicazione dei dati da parte di agenti di cambio, mediatori creditizi, agenti finanziari.

Professionisti non più a rischio di vedere sminuita la propria reputazione, quindi, ma di un impatto economico rilevante in caso di sanzioni: fino a 30.000 euro per quanto riguarda la mancata identificazione, a 13.000 euro per la conservazione della documentazione, ancora a 30.000 euro per inadempienza nella comunicazione.

Per questo è oggi ancor più importante impostare un corretto percorso di verifica della conformità normativa dei singoli studi professionali, nonché di implementazione di eventuali azioni correttive. Contattaci tramite il form, un nostro consulente è a tua disposizione per verificare lo stato di allineamento alla normativa del tuo Studio.

Approfondimento: gli effetti retroattivi della depenalizzazione.

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