Salute e Sicurezza sul Lavoro – Il Rischio Videoterminali

Prendendo spunto dall’articolo precedente pubblicato sul nostro blog, vorremmo riprendere il tema affrontato e sottoporvi un altro degli aspetti spesso sottovalutati nei lavori di ufficio che è quello svolto tramite l’utilizzo del videoterminale, ove, con questo termine viene definito qualsiasi “schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato” (titolo VII del decreto legislativo 81/2008).

Questa semplice definizione non è esaustiva per la comprensione del fenomeno, in quanto il significato del termine si estende anche a tutta la postazione di lavoro, intesa come “l’insieme costituito dalle attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, incluso il mouse, il software per l’interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti l’unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l’ambiente di lavoro immediatamente circostante”.

Questa definizione così ampia coinvolge molteplici aspetti del lavoro e, pertanto, implica la valutazione dei rischi cui sono sottoposti i lavoratori addetti a tale attività, come di seguito elencati:

  • Rischi per la vista dovuti all’intenso sforzo dei muscoli oculari sullo schermo o da problematiche legate all’illuminazione, rappresentati da affaticamento visivo che può manifestarsi sotto forma di brevi periodi di annebbiamento della vista, fino ad aggravarsi con lacrimazione, bruciore oculare e diminuzione del visus;
  • Rischi di tipo posturale legati alla postura scorretta assunta dal lavoratore durante le proprie attività, spesso causata dalle caratteristiche poco ergonomiche della postazione lavorativa che costringono il lavoratore ad assumere posizioni scomode con conseguente senso di spossatezza e dolori muscolo-scheletrici che possono interessare arti, schiena, spalle e collo;
  • Rischi di tipo psicologico come irritabilità, alterazioni dell’umore, nervosismo e depressione dovuti ad affaticamento mentale causato da ritmi di lavoro spesso pressanti, da strumenti non efficienti, e dalla ripetitività delle attività stesse che talvolta privano di contenuto il lavoro da eseguire;
  • Rischi di tipo ambientale legati al contesto in cui è collocata la postazione lavorativa sulla quale hanno molta influenza l’illuminazione, il microclima e le caratteristiche fisiche del locale e degli arredi che possono provocare affaticamento psico-fisico, spesso accompagnato da cefalee e affaticamento visivo.

L’illuminazione situata alle spalle dell’operatore o non adeguatamente direzionata può creare riflessi sul monitor e rendere poco chiari i caratteri dello schermo, mentre quella posta frontalmente può essere fonte di:

  • abbagliamento dovuto a valori di luminosità nel campo visivo che superano quelli limite di adattamento fisiologico
  • contrasti di luminanza eccessivi rispetto alla capacità di adattamento di un individuo, da cui deriva la percezione limitata dei caratteri dello schermo rispetto allo sfondo.

Come per ogni altro tipo di mansione, i parametri del microclima (temperatura, ventilazione ed umidità relativa) possono influire negativamente sull’individuo creando disturbi muscolo-scheletrici e malattie da raffreddamento.

Per quanto riguarda ambienti e arredi, il colore degli stessi o la loro disposizione può aumentare le problematiche legate all’illuminazione ma anche quelle di percezione dello spazio con problematiche di tipo visivo e psicologico.

Tutti i rischi sopra elencati sono specifici della mansione del lavoratore che viene definito dalla legge “Videoterminalista” nel caso in cui operi al videoterminale per almeno 20 ore settimanali con conseguente obbligo legislativo per il datore di lavoro di tutelarne la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.  Resta implicito che, anche per i lavoratori che non superino tale limite imposto dalla normativa, vanno valutate le condizioni di lavoro e adottate le misure preventive o correttive necessarie a salvaguardarne l’integrità psico-fisica.

Non avendo tutti la stessa capacità di adattamento, la postazione ideale dovrebbe essere flessibile in modo da consentire a chiunque di poterla adattare alle proprie necessità:

  • regolando altezza del sedile e del monitor o inclinazione della spalliera e dello schermo;
  • avvicinare o allontanare tastiera e monitor;
  • avere a disposizione spazi per muovere adeguatamente le gambe, appoggiare i gomiti sul piano del tavolo o posizionare la documentazione da consultare per le attività da svolgere.

Molti sono gli accorgimenti che possono aiutare i datori di lavoro ad organizzare postazioni di lavoro che rendano agevole il lavoro al videoterminale, con il conseguente miglioramento della salute e sicurezza del lavoratore, ma anche con aumento dell’efficacia e qualità del lavoro prodotto.

Nell’allegato XXXIV del D.Lgs. 81/2008 possiamo trovare utili indicazioni per la corretta postazione di lavoro:

Schermo:

  • deve essere possibile regolare da parte dell’utilizzatore la risoluzione dello schermo (contrasto, luminosità, ecc.);
  • deve essere orientabile ed inclinabile liberamente per adeguarsi facilmente alle esigenze dell’utilizzatore
  • deve essere posizionato perpendicolarmente alla linea dello sguardo dell’operatore ad una distanza di circa 50-70 cm dagli occhi con lo spigolo superiore dello schermo posto più in basso della linea dello sguardo;

Tastiera e dispositivi di puntamento:

  • deve essere possibile regolare l’inclinazione della tastiera che deve essere posizionata frontalmente allo schermo;
  • lo spazio sul piano di lavoro deve consentire un appoggio degli avambracci davanti alla tastiera nel corso della digitazione;
  • il mouse deve essere posto sullo stesso piano della tastiera e disporre di uno spazio adeguato per il suo uso;

Piano di lavoro:

  • al di sotto del piano di lavoro, deve essere disponibile lo spazio necessario al comodo alloggiamento degli arti inferiori e del sedile;
  • deve avere un’altezza compresa fra 70 e 80 cm, meglio se regolabile;
  • deve avere dimensioni sufficienti a permettere il posizionamento del materiale necessario all’attività;
  • deve avere una superficie non riflettente;

Sedia:

  • deve avere altezza regolabile sia per quanto riguarda la seduta che lo schienale;
  • deve avere schienale regolabile anche come inclinazione
  • deve avere sedile dotato di un meccanismo girevole per facilitare i cambi di posizione
  • deve essere dotata di rotelle per essere spostato;

Computer portatili:

  • deve essere dotato di mouse o altro dispositivo di puntamento esterni e di supporto che ne consenta l’inclinazione di tastiera e schermo;

Illuminazione naturale e artificiale:

  • deve essere orientabile, schermabile e regolabile con dispositivi come tende (per le finestre) o riduttori di intensità luminosa (per le lampade);
  • non deve dare problemi di contrasto, abbagliamento o riflesso per cui bisogna considerare che il piano di lavoro va posto perpendicolarmente a finestre o fonti di luce, in modo che le stesse si trovino sempre lateralmente all’operatore;

Software:

  • Deve essere facilmente utilizzabile o deve essere dato all’operatore il tempo necessario per apprenderne le caratteristiche
  • Deve avere una grafica rilassante

 

Condividi questo articolo

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on pinterest
Share on print
Share on email