Procedure formali a dimostrazione della diligenza.

Con l’entrata in vigore della IV direttiva antiriciclaggio, gli adempimenti in capo ai professionisti subiranno delle profonde modifiche.

L’obiettivo che viene perseguito è quello di portare gli obbligati alla creazione di un modello organizzativo, del tutto simile a quello che viene adottato per la 231/01 che preveda delle procedure formali. Il fine è di prevenire comportamenti non conformi alle disposizioni o addirittura in contrasto con essa. I vantaggi per i professionisti ad adottare tali misure sono notevoli ma soprattutto sarà possibile dimostrare in caso di accertamento, attraverso documenti formali, che quanto accaduto e non è imputabile al Professionista che ha agito con diligenza secondo la pratica abituale adottata nello Studio.

Sempre più spesso capita che i controlli e le indagini condotte dalla Guardia di Finanza, portino a verifiche all’interno degli studi professionali dove, spesso, il professionista è all’oscuro delle operazioni compiute dal suo cliente. Anche se il professionista è in buona fede, certo di “conoscere” il suo cliente, la mancanza di una organizzazione interna formalizzata, rende difficile per il controllore evitare di infliggere sanzioni al Professionista che si trovi impreparato.
Lo scenario è complicato ulteriormente dall’imminente introduzione della mappa del rischio antiriciclaggio.

Il Ministero dell’Economia, presieduto da Fabrizio Saccomanni sta lavorando alla creazione di una mappa del rischio antiriciclaggio in Italia che permetterà di delineare i differenti livelli di rischio in funzione delle zone geografiche e delle attività svolte dal professionista. I programmi di lavoro ne vedono l’introduzione entro l’estate.
Si delineeranno quindi differenti profili di rischio, sia a livello di attività professionale sia a livello territoriale che di clientela. Sarà quindi importante per ogni professionista predisporre un piano di guida all’adempimento antiriciclaggio che dovrà essere personalizzata sulla struttura di studio e sul livello di “pericolosità” della “zona” e delle operazioni.

Quando il professionista si troverà nella condizione in cui l’operazione sospetta si trasformi in fattispecie incriminata, egli potrà appellarsi al modello organizzativo e di gestione sviluppato ed implementato all’interno dello studio per dimostrare che quanto accaduto non può essere a lui imputato in quanto egli ha posto in essere tutti i controlli e le procedure necessarie a verificare l’identità e la tipologia di prestazione richiesta valutandola regolare.

“CIRCULARIS”

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