Il Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF) ha recentemente pubblicato l’aggiornamento dell’Analisi nazionale sui rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo.
Un sistema ritenuto capace di rispondere ai rischi di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo, nonostante un quadro di riferimento comunque caratterizzato da rischi elevati: questa è la fotografia del nostro paese che emerge dalla seconda analisi condotta dal Comitato di Sicurezza Finanziaria, presieduto dal Direttore Generale del Tesoro.
I dati resi noti nel rapporto fanno riferimento al periodo 2014-2018 ed offrono un quadro esauriente circa:
- la valutazione dei rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo in Italia, in virtù delle minacce e delle criticità presenti nel sistema economico e sociale del paese
- la valutazione dell’efficacia dei sistemi antiriciclaggio nelle diverse fasi (preventiva, investigativa e repressiva)
Rischio di riciclaggio: per l’Italia, il grado di valutazione più alto
In linea con i dati della precedente analisi, la valutazione del rischio riciclaggio, per l’Italia, è stata riconosciuta come “molto significativa”, ovvero nel gradino più alto della scala di valori adottata per l’analisi.
A contribuire in tal senso, alcuni fenomeni presenti nel tessuto economico e sociale del paese che spaziano dalla presenza della criminalità organizzata a fenomeni di corruzione, estorsione, evasione fiscale, gioco d’azzardo, traffici illeciti, reati fallimentari e societari.
Rischio di finanziamento al terrorismo: l’Italia si posiziona su una valutazione “abbastanza significativa”
Da “molto significativa” a “abbastanza significativa”: per quanto concerne il rischio di finanziamento al terrorismo, il quadro per l’Italia è migliore rispetto a quello inerente il rischio di riciclaggio.
In questo specifico caso ad influire sulla valutazione sono, per lo più, alcuni fattori che caratterizzano il nostro sistema economico come l’uso diffuso di contanti, l’economia sommersa e le attività illegali.
E’ stato stimato che il valore aggiunto generato dall’economia sommersa ammonta a circa 192 miliardi di euro, mentre raggiunge i 18 miliardi di euro quello legato alle attività criminali quali droga, attività di contrabbando e sfruttamento della prostituzione.
Nello specifico caso del rischio di finanziamento al terrorismo è comunque opportuno precisare che, sebbene di fronte ad elementi di vulnerabilità importanti, l’Italia:
- non ha registrato un elevato flusso di combattenti partiti verso aree teatro di conflitti e parallelamente dall’invio in queste aree di aiuti economici, a differenza di molti altri paesi europei;
- non è stata panorama di attività terroristiche jihadiste, se non circoscritte ad azioni di propaganda on-line e apologia del terrorismo;
- è stata interessata da una riorganizzazione operativa delle autorità preposte alla prevenzione, contrasto e prevenzione.
Rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo: l’efficacia di controlli e presidi
Sebbene il grado di valutazione per il rischio di riciclaggio e per quello di finanziamento al terrorismo abbiano comunque valori alti, dalla recente analisi, emerge che il sistema risulta nel suo complesso adeguatamente rispondente alle criticità del contesto socio-economico.
A seguito della prima analisi, infatti, l’impianto di prevenzione, investigazione e repressione risulta ulteriormente rafforzato e migliorato.
Permangono residue vulnerabilità che richiedono interventi di tipo operativo, ma la collaborazione tra le autorità risulta rafforzata rispetto al 2014: l’Unità di informazione finanziaria (UIF), la Guardia di Finanza (GdF), la Direzione Investigativa Antimafia (DIA), le Autorità di Supervisione e la Magistratura stanno mettendo in atto forme di cooperazione in grado di mitigare anche alcune carenze normative.
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