Nel campo della Privacy (e non solo) è difficile fare le cose a prova di bomba se non si è tutto sommato degli esperti. Anche perché disonesti ed ingenui sono maledettamente ingegniosi.
Un aspetto della tutela della Privacy – ovvero dei dati di terzi che si sono raccolti – cui si pensa in generale poco è quello dell’uso non autorizzato di questi dati da parte dei nostri dipendenti e o collaboratori.
Certo, stiamo tutti molto attenti a non fare uscire in modo illegale i dati verso l’esterno, anche perchè spesso quei dati, quei database sono parte del patrimonio aziendale; una lista clienti, ad esempio, non è solo un insieme di dati da tutelare ma è anche una risorsa preziosa che, cadesse in mano ai concorrenti, ci porterebbe un danno.
Meno attenti invece si è all’eventuale uso non autorizzato del nostro database da parte di nostri dipendenti. Un paio di esempi:
– un nostro dipendente infedele passa all’esterno (ad un concorrente o ad un’altra azienda) i dati che abbiamo raccolto su clienti e potenziali clienti. Non solo questo è un potenziale danno dal punto di vista competitivo, ma costituisce anche una violazione della Privacy.
– Un nostro dipendente ci lascia per andare a lavorare da un concorrente. E si porta dietro i database. Idem come sopra.
– Un nostro dipendente, questa volta in totale buona fede, usa il nostro database per operazioni di mailing / marketing a favore di una Onlus o simili. Anche in questo caso, non avendo adeguatamente protetto i dati raccolti, che vengono trattati in modo diverso da quello per cui li avevamo raccolti (dato informativa e ottenuto uno specifico consenso) abbiamo violato la Privacy.
Ci avevate mai pensato? Proprio vero che per la Privacy bisogna avere 100 occhi ed essere bravi ad immaginarsi scenari che non sono proprio intuitivi…
(Questo, tra l’altro, è il nostro lavoro. Serve una mano? Contattateci…)