La campagna di sensibilizzazione operata dal governo americano nei confronti di Huawei, riporta alla ribalta il tema della sicurezza dei dati.
In una società altamente informatizzata, che procede spedita verso uno sviluppo ancora più marcato in questo settore, il tema della data security si mostra sempre più rilevante.
Una delle metriche per la valutazione dello sviluppo di un paese comprende, infatti, il suo livello di avanzamento in campo informatico e molti paesi tra cui l’Italia stanno già puntando all’industria 4.0.
Il nostro Paese ha recentemente attuato alcune misure di tecnologizzazione dei processi per la trasformazione in veste “smart” dell’industria.
Il concetto di Industry 4.0 però non si applica solo all’industria, ma riguarda processi, prodotti, servizi e rispecchierebbe lo stato di Always-on che stiamo già riscontrando nella vita quotidiana.
La connessione costante, la possibilità di avere accesso sempre e dovunque a dati e servizi, è diventato ormai fattore nevralgico delle tecnologie tanto che vi prendono parte più attori quali Cloud, 5G, Big Data, Intelligenza Artificiale, Droni e soprattutto Internet of Things (IoT).
Cyber security: la vulnerabilità dell’Industry 4.0
L’apertura di più “porte”verso una comunicazione costante di dati espone però i sistemi, in maniera inevitabile, alla vulnerabilità.
Ecco che si parla così di cyber risk, ovvero della possibilità di attacchi malevoli tramite malware operati da singoli o, in casi estremi, da società.
Ad essere esposti sono sia i dati del singolo individuo a livello personale, a prescindere dalla loro entità digitale, sia quelli di aziende o organizzazioni.
Se ne deduce così che il rischio è significativamente alto e cresce in maniera direttamente proporzionale all’importanza dell’elemento “attaccato”. Per quanto riguarda il singolo individuo, nella maggior parte dei casi, si fa riferimento alla tutela di dati quali immagini, dati sensibili, come accessi a conti correnti e conversazioni private.
Per quanto riguarda aziende e organizzazioni, ovviamente il pericolo aumenta e gli attacchi possono ricadere persino nella sfera del terrorismo ed influire sulle dinamiche della politica mondiale.
Una priorità chiamata cyber security: il caso Huawei balzato alla cronaca
L’allerta verso i cyber risks è stata più volte, anche in passato, lanciata a livello globale attraverso vari canali.
Sono passati appena due anni da quando furono messe in circolazione fake-news relative alla possibile pubblicazione sulla bacheca di Facebook di alcune conversazioni personali.
A seguito di questo, il colosso do Menlo Park, per rassicurare i propri utenti, rese nota l’implementazione di un sistema di cifratura end-to-end, al fine di impedire l’acquisizione della conversazioni delle chat da parte di terzi.
Ma notizie allarmanti circa la sicurezza dei dati non hanno mai finito di circolare e il problema della cybersecurity è ritornato alla ribalta della cronaca anche di recente con l’annuncio shock di FBI, CIA, NSA e Intelligence USA contro il colosso Huawei, accusato di “spiare” tramite i dispositivi da lui prodotti l’attività dei singoli cittadini con l’obiettivo di insidiare la rete delle telecomunicazioni Americane.
La risposta di Huawei alle accuse del governo americano non si è però fatta attendere: dopo aver dichiarato di aver ricevuto la fiducia dai governi di oltre 170 stati, l’azienda cinese ha infatti inaugurato, lo scorso mese, un centro per lo sviluppo della cyber security a Bruxelles.
La scelta della capitale belga non è stata di certo casuale ed è stata letta come un messaggio forte e chiaro indirizzato all’Europa intera. Al di là di questo, però, l’apertura del centro rappresenta un punto di svolta importante in tema di sicurezza dei dati.
Nel Cyber Security Transparency Centre sarà, infatti, possibile sperimentare fisicamente le innovazioni Huawei nel settore delle telecomunicazioni, in particolar modo per quanto riguarda IoT e cloud, dando anche la possibilità di testare i prodotti e i servizi della compagnia. Il centro collaborerà inoltre con i partner per portare innovazione nel settore.
L’impegno è quello di condividere tali innovazioni ed applicarsi per l’elaborazione di uno standard ufficiale di sicurezza cyber seguendo l’esempio, portato proprio avanti dall’UE, del GDPR che ormai è diventato di applicazione mondiale.
Adempimenti necessari allo sviluppo della cyber security
Per quanto riguarda la sicurezza dei dati in ambito IT, in Italia, così come in molti altri paesi, risulta necessario apportare alcune migliorie ed adempimenti per poter scongiurare eventuali rischi futuri.
La prima fase riguarda sicuramente l’informazione estesa a tutti i livelli sociali ed amministrativi, necessaria per diffondere il concetto di cyber risk ed in maniera più approfondita, ma chiara, quello sicurezza dei dati personali.
La prima fase riguarda sicuramente l’informazione estesa a tutti i livelli sociali ed amministrativi, necessaria per diffondere il concetto di cyber risk ed in maniera più approfondita, ma chiara, quello sicurezza dei dati personali.
Campagne a scopo puramente informativo, si mostrano così necessarie, al fine di “educare” alla sicurezza. Contemporaneamente diventa sempre più importante investire nella formazione di personale addetto, sia lato tecnico che accademico.
I concetti di data privacy e cyber security sono ancora piuttosto giovani e la carenza di specialisti del settore assume grosso peso.
L’apertura del centro per la cyber security di Huawei rappresenta un esempio tangibile di quanto questo tema sia ormai diventato rilevante a livello globale dal punto di vista dell’informazione e della ricerca e che una collaborazione tra compagnie e colossi ICT sia quanto mai necessaria.
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