I costi “nascosti” degli adempimenti Antiriciclaggio.

Un classico argomento da testo economico è l’efficienza ed il controllo dei costi. Vogliamo qui proporre una riflessione generale, sul perché analizzare il rapporto costi-benefici, possa rappresentare, per noi e per i nostri clienti, un’attività da prevedere con attenzione e completezza, soprattutto in un periodo di cambiamenti, imposti sia dagli aggiornamenti normativi, che dal bisogno di ridurre le spese e migliorare la performance.

QUANTO SI DEDICA, IN STUDIO O IN AZIENDA, AD UN’APPROFONDITA ANALISI DEI COSTI?

Sia nelle aziende che negli studi professionali, una delle questioni che non viene abbastanza considerata – ma che una volta affrontata, risulta rilevante – è un’approfondita analisi dei costi di ogni attività. Nella concezione generale (ma applicata solo in realtà molto strutturate), l’analisi dei costi è tipicamente legata ai costi di produzione o fornitura. Nel contesto attuale è una visione limitata che deve essere estesa.
In 20 anni di attività di consulenza e di analisi di studi professionali ed aziende, abbiamo constatato che non sono frequenti, in Italia, i casi di soggetti che prevedono ad ogni bilancio, una scrupolosa attenzione al rapporto costi-benefici, che oltre ad annotare i dati ottenuti, prenda in considerazione alternative e, proiettandole nel proprio contesto, consideri i vantaggi potenziali di un cambiamento.

CAMBIAMENTI, PERCHE’?

I cambiamenti che derivano da processo di ottimizzazione a seguito di una corretta analisi, talvolta portano risparmi immediati, oppure raggiungono una velocizzazione o un aumento in qualità, dei propri servizi/prodotti, fattori che alzano la soddisfazione dei clienti, aumentando la visibilità ed il valore del “marchio” e della sua offerta.
In altri casi, il risparmio è meno evidente, a meno di un’analisi approfondita. Ad esempio se in fase di controllo tutti i documenti sono a norma, non ci sarà sanzione. Si è quindi prevenuto un costo che potrebbe scaturire in una verifica della Guardia di Finanza. In sintesi, individuare, se non addirittura prevedere, il risparmio in termini di “mancato costo”, dipende dall’attenzione posta ai potenziali rischi ed alla loro importanza.
Questo vale per uno studio professionale tanto quanto per un’impresa.

Ecco perché, quando si incontrano aziende o professionisti di successo, si scopre sempre che hanno investito in qualità dei processi, competenza, innovazione e controllo.

LE NOVITA’ SUGLI ADEMPIMENTI ANTIRICICLAGGIO

Negli ultimi 24 mesi abbiamo visto la normativa antiriciclaggio “crescere” soprattutto in numero di adempimenti obbligatori e di responsabilità attribuite ai professionisti. Altrettanto in crescita sono i controlli delle Autorità, sia in studi professionali che in istituti di credito ed in altre aziende di servizi finanziari o “compro oro”. Con la Voluntary Disclosure ed il reato di Autoriciclaggio, ecco che questa norma diventa importante per un numero sempre maggiore di contribuenti e, quindi dei loro consulenti fiscali e legali.

Tutti questi soggetti, sono adeguatamente preparati in materia e svolgono gli adempimenti e gli aggiornamenti con puntualità? Le ultime ricerche sui commercialisti, ad esempio, dicono di no, con percentuali di inadempimento a tutte le procedure antiriciclaggio che superano l’80% degli studi professionali analizzati.

ADEMPIMENTI ANTIRICICLAGGIO: I COSTI NASCOSTI

Gli studi di commercialisti che, invece, sono in linea con gli obblighi della normativa antiriciclaggio, sono generalmente realtà molto strutturate e vediamo che è rilevante il tempo-lavoro di ciascuno, dedicato proprio a questi adempimenti. Ma in questo caso, come rilevato da uno studio condotto dal Politecnico di Milano, non sono molti i professionisti che hanno ben presente il costo delle risorse umane impiegate. Nel caso specifico delle attività necessarie per l’antiriciclaggio, il rischio di distrarre risorse in queste attività di inserimento dati e controllo, laddove il software non è sufficiente a garantire una perfetta condotta di tutte le pratiche, risulta molto alto.
I costi quindi diretti, derivanti da perdite di efficienza in attività prive di valore per il cliente finale, sono molto elevati.

Un’analisi di questi costi, comparata con una soluzione in outsorcing, appare a questo punto un’alternativa da considerare.
Se nell’analisi si riscontra che si possono ottenere le stesse garanzie di corretto svolgimento delle procedure, risparmiando con l’outsorcing, oppure formando al meglio le risorse interne (al fine di migliorare anche le loro prestazioni), abbiamo scoperto un primo COSTO NASCOSTO e sappiamo come eliminarlo, migliorando peraltro le nostre prestazioni verso i clienti.

Il secondo, importante, COSTO NASCOSTO risiede nelle conseguenze del mancato adempimento.
La legge Antiriciclaggio, come già detto, è divenuta rilevante anche ai fini della guerra alla criminalità e le ispezioni da parte delle Autorità, sono destinate ad aumentare. Anche per effetto degli “intrecci” di competenze di questa norma con quella sulla Privacy e sulla 231/01, ad esempio, che porta, di conseguenza, più soggetti preposti al controllo, interessati ad effettuare verifiche.
La rilevanza data ai reati, nella normativa Antiriciclaggio, negli anni è stata crescente e prevede non soltanto sanzioni amministrativa, ma anche a provvedimenti di carattere penale.

Il costo nascosto “ma non troppo”, in questo caso è indefinibile, perché dipende da molti fattori: dall’inadempienza riscontrata, a “chi” la riscontra e come la valuta, così come dalla capacità dell’eventuale soggetto inadempiente o indagato, di documentare efficacemente la sua posizione, ribaltando o comunque modificando, il rapporto preliminare dell’autorità.

Quel che non è affatto nascosto, ma appare invece piuttosto palese, è che il rischio di dover affrontare questo costo, è in aumento ogni anno, come logica risposta all’inasprimento della norma ed all’aumento dei controlli.

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