Sicurezza informatica: falsi avvisi dei Carabinieri e protezioni per cellulare che "spennano" gli utenti.

La protezione dei dati sui vari computer, cellulari e tablet è una lotta quotidiana per le Forze dell’Ordine come per i singoli utenti. Fra le varie minacce a cui sono esposti i navigatori, segnaliamo la truffa chiamata  “Ransomware“, che mentre siamo su Internet, carica una pagina con il logo di Polizia Postale (o Guardia di Finanza o Carabinieri) che blocca il browser ed avverte l’utente di una sorta di anomalìe commesse, chiedendo il pagamento di 100 euro per evitare ulteriori sanzioni e poter continuare la navigazione.

Ecco uno stralcio del messaggio che il Ransomwere fa apparire:

Arma dei Carabinieri – Polizia delle comunicazioni
Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche

ATTENZIONE! Il Suo computer personale è stato bloccato per motivi di sicurezza per le seguenti ragioni. Lei è accusato di visualizzazione / memorizzazione e / o distribuzione di materiale pornografico di contenuto proibito (pornografia infantile / bestialità / stupro. ecc.) Lei ha violato la Dichiarazione Universale sulla lotta contro la diffusione di materiale pedopornografico e accusato di un reato ai sensi dell’articolo 161 del Codice Penale della Repubblica Italiana. L’articolo 161 del Codice Penale della Repubblica Italiana prevede come pena la privazione della libertà da 5
a Il anni.
Inoltre. Lei è sospettato di aver violato la “Legge sul diritto d’autore e diritti connessi” (scaricamento della musica pirata, video, software senza licenza), e l’uso e/o la distribuzione di contenuti protetti dai diritto d’autore. In questo modo Lei è sospettato di aver violato l’articolo 148 del Codice Penale della Repubblica Italiana…
Leggi tutto il documento >>

Qui alcuni dei link forniti dai Carabinieri per rimuovere il malwer e sbloccare il computer:
www.symantec.com/security_response
www.f-secure.com/en/web/labs_global/removal/removing-ransomware

insicurezza informatica

Altro argomento caldo sono i furti di identità e dati, dai cellulari non adeguatamente protetti. Vi sono diverse app che si possono utilizzare a questo scopo, ma anche qui si rischia di incappare in ulteriori raggiri all’utente, come nel caso dell’applicazione Armor di Android, un antivirus che dovrebbe proteggere il nostro smartphone, ma che attiva, attraverso altri servizi e senza il consenso dell’utente, quella che in diverse recensioni è stata definita una “vera e propria estorsione“.

Il programma, innanzitutto, si installa senza autorizzazione come amministratore di sistema (e già qui siamo in conflitto con la legge sulla Privacy); vi viene chiesta inizialmente una cifra irrisoria per accettare un ulteriore servizio, che poi innesca continui download a pagamento, allertandovi con costanti messaggi antivirus.

Condividiamo l’avviso di “alground“, apprezzato portale di sicurezza informatica:

Gli utenti sono invitati a non scaricare questa applicazione, a disinstallarla immediatamente e ad annullare l’abbonamento al servizio: per farlo è possibile telefonare, se si conosce la lingua inglese, al numero 0-800-098-853o inviare una mail all’indirizzo “consumerinfo@armorforandroid.com”.

Articoli di approfondimento:

www.gekissimo.net “Ransomwere”

www.alground.com “Armor per Android”

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