Si estende la gamma di reati che cadono sotto il cappello della legge 231 e del suo modello organizzativo: adesso sono compresi anche i reati ambientali.
Ad esempio le violazioni in materia di tutela di corpi idrici e scarichi, tutela dell’aria e delle riduzioni delle emissioni, nella gestione dei rifiuti, bonifica di siti inquinati, danneggiamento dell’habitat eccetera.
Questi reati si aggiungono alla già lunga lista precedentemente prevista.
Come abbiamo spesso detto, l’introduzione del modello organizzativo 231 è un rischio ma anche un’ opportunità per il management delle imprese.
Un rischio perché il D.Lgs 231/2001 prevede non solo sanzioni pecuniarie ma anche la responsabilità penale degli amministratori per tutta una serie di reati commessi (anche) dai dipendenti.
Un’ opportunità perché l’adozione del modello organizzativo 231 permette di costruire una sorta di scudo legale nei confronti degli amministratori, riducendo le conseguenze di disavventure giudiziarie ma soprattutto prevenendole.
Il modello organizzativo 231, infatti, serve proprio a prevenire: a fare in modo che in azienda sia molto più difficile compiere reati in modo volontario o involontario. A permettere al management un controllo più semplice, più leggero.
In conclusione
Meglio tutelarsi, visto che l’elenco dei reati è piuttosto ampio e i rischi per il management aziendale sono concreti, adottando correttamente quanto prescritto dalla 231.
Anche in questo caso, nella nostra posizione di consulenti esperti, possiamo aiutare anche voi ad affrontare con efficienza e rapidità la situazione, aiutandovi a mettervi al riparo da conseguenze molto sgradevoli e togliendovi come al solito dei bei pesi dalle spalle. Così come abbiamo già fatto per molte aziende. Contattateci.