UNI 11871: ITALIA APRIPISTA NELLA SOSTENIBILITÀ DEGLI STUDI PROFESSIONALI

L’Italia è il primo Paese europeo ad adottare la certificazione volontaria UNI 11871 per gli studi professionali di avvocati e dottori commercialisti. Questa norma mette l’accento su tematiche quali l’analisi del rischio e la sostenibilità, aspetti sempre più legati alla digitalizzazione e alla connettività.

Ai professionisti di oggi è richiesto di implementare rapidamente le nuove tecnologie e l’innovazione, fondamentali per restare competitivi e mantenere alta l’attrattività verso i clienti.

Inoltre, la transizione green ormai alle porte anche negli studi, impone ai professionisti di padroneggiare i temi ESG, sia per guidare le Aziende nel corso di questa evoluzione, sia per fare in modo che le stesse attività professionali siano parte attiva della trasformazione.

La certificazione volontaria UNI 11871

È per fornire agli studi criteri a supporto dell’organizzazione che nasce a fine settembre 2022 la certificazione volontaria UNI 11871 “Studi professionali di avvocati e dottori commercialisti – Principi organizzativi e gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione per la creazione e protezione del valore”. Una norma che coniuga i principi della UNI EN ISO 9001 sui sistemi di gestione per la qualità e della UNI ISO 31000 sul risk management. Ideata appositamente per i Professionisti, dedica elevata attenzione a temi come l’analisi del rischio e la sostenibilità,  aspetti che dipendono sempre più dalla digitalizzazione e dalla connettività.

Adeguare il proprio studio secondo la norma UNI 11871 diventa quindi garanzia di una corretta e moderna gestione delle attività dei professionisti. In contesto europeo, l’Italia è il primo Paese a dotarsi di questa certificazione.

Digitalizzazione e sostenibilità

I criteri ESG entrano sempre più nel panorama associativo e la UNI 11871 tratta il tema della sostenibilità in maniera trasversale all’interno dell’intera norma, declinandolo in sostenibilità ambientale, lavorativa e sociale.

Per quanto concerne la tutela dell’ambiente, la UNI 11871 fa un chiaro riferimento alla digitalizzazione: gli strumenti chiave previsti riguardano infatti proprio la dematerializzazione dei documenti. Se prendiamo ad esempio gli adempimenti legati alla normativa antiriciclaggio, è stato calcolato che gestire il fascicolo cliente per 100 anagrafiche porta a consumare ben 10 kg di carta, senza valutare costi e inquinamento dovuto alla stampa.

Dal punto di vista lavorativo, i principi di sostenibilità si traducono ad esempio nella possibilità  dello svolgimento delle operazioni a distanza grazie alla digitalizzazione e, spesso, all’introduzione di reti VPN. In questo caso, l’innovazione tecnologica si associa alla riduzione delle trasferte tra le sedi del Professionista  o dei Clienti, e quindi all’ottimizzazione di tempi e costi.

Infine, a livello sociale, gli studi sono chiamati a promuovere pari opportunità ed inclusività, assicurando, tra l’altro, percorsi di formazione e crescita interna, che sempre più si svolgono online. Gli studi devono impegnarsi a tutelare anche la vita familiare, tenendo in considerazione le esigenze genitoriali, prevedendo quindi, ad esempio, possibilità di lavoro a distanza specifiche.

La digitalizzazione si configura così come uno strumento che porta beneficio a tutti gli ambiti della sostenibilità: è l’aspetto tecnico che permette di agevolare una crescita sostenibile in ogni ambito, ambientale, lavorativo, sociale ed economico. La UNI 11871, infatti,  supporta gli Studi nell’ottenere una superiore profittabilità, sia in termini di riduzione dei costi che di vantaggio competitivo sulle altre aziende.

Professionisti e tecnologie abilitanti

È importante sottolineare che affinché la digitalizzazione sia vero fattore di successo, uno studio deve essere in grado di incanalare correttamente il processo di innovazione. In questo senso, i principi della ISO 11871 potrebbero fornire ai Professionisti le linee guida da seguire.

Come rilevato dalla Ricerca 2023 dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale del Politecnico di Milano, la crescita tecnologica degli studi è ancora lenta. Escludendo la fatturazione elettronica e i sistemi di video chiamata, entrambe diffuse circa nell’80% degli Studi, le percentuali di adozione tecnologica crescono a tassi ancora contenuti, segno di un rinnovamento lento sul fronte dei modelli organizzativi e di business. I più attivi in questo processo sono gli studi multidisciplinari e, trasversalmente alle Professioni, gli Studi di dimensioni più grandi, a conferma di una cultura gestionale più avanzata.

I dati del Politecnico attestano che al momento presso gli Avvocati nessuna tecnologia è diffusa almeno nel 50% degli studi, nemmeno la conservazione digitale a norma (42%), i siti web (40%), le reti VPN (36%) o le piattaforme E-learning (36%). Le tecnologie più evolute, come CRM, business intelligence, AI e blockchain hanno valori molto più bassi, che oscillano tra il 3% e il 6%. La situazione non è diversa tra i Commercialisti. Anche in questa categoria, tutte le tecnologie sono adottate in meno del 50% degli Studi: le reti VPN e le piattaforme E-learning si fermano al 47% e i siti web e la conservazione digitale a norma al 33%.

Conclusioni

La digitalizzazione potrebbe dunque essere un valido strumento per un decisivo cambio di passo, supportando gli Studi nella progettazione di una strategia in grado di favorire la sostenibilità, che permetta di allinearsi ai criteri della UNI 11871, e che allo stesso tempo diventi un fattore competitivo per il proprio business.

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