Antiriciclaggio: scenario internazionale e dati in Italia

Le attività legate al riciclaggio di denaro nel mondo rappresentano, secondo le stime disponibili, una percentuale tra il 2 e il 5% del prodotto interno lordo mondiale (fonte Nazione Unite), equivalente a 800  – 2.000 miliardi di dollari, un valore superiore al PIL di Francia e Gran Bretagna. I paesi più coinvolti sono Stati Uniti, Cina, Giappone, Germania e Regno Unito.

L’Antiriciclaggio negli Stati Uniti

Gli Stati Uniti, essendo la più grande economia del mondo e avendo una notevole influenza politica, hanno svolto un ruolo primario nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. La principale autorità americana in materia è il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN), che riporta al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti. L’Office of Foreign Assets Control (OFAC) è responsabile dell’applicazione delle sanzioni.

La prima normativa è stata introdotta nel 1970Bank Secrecy Act (BSA). E’ rivolta agli intermediari finanziari e prevede una serie di obblighi di conformità per le società che operano in territorio americano, tra cui una serie di normative antiriciclaggio basate sul rischio, con un’adeguata verifica della clientela e un’attività di segnalazione e conservazione dei dati per clienti e per operazioni sospette.

Con gli attentati terroristici del 2001, i crimini finanziari associati al terrorismo sono diventati sempre più attuali; gli Stati Uniti hanno approvato nel 2001 il USA Patriot Act, che ha esteso il campo di applicazione del BSA e posto una maggior attenzione alle transazioni transfrontaliere.

Nel 2021 il Patriot Act è stato sostituito dal The Anti Money Laundering Act, che ha introdotto una serie di modifiche, tra cui

  • La creazione di un registro dei titolari effettivi
  • Incremento e allargamento del campo di applicazione delle sanzioni
  • Aggiornamento e condivisione delle SAR (Suspicious Activity Report) e delle STR (Suspivious Transaction Report) con gli stati esteri

L’Antiriciclaggio in Europa

In Europa la legislazione ha mosso i primi passi negli anni ’90, approvando una serie di direttive e normative, tra cui ricordiamo le più significative:

  • Direttiva 1991/308/CE approvata nel 1991, focalizzata sulla prevenzione dell’uso del sistema finanziario ai fini del riciclaggio di denaro
  • Direttiva 2005/60/CE, che ha allargato l’area di contrasto al riciclaggio includendo attività criminose e di finanziamento al terrorismo
  • Direttiva 2015/849 (nota anche come IV direttiva), che ha rafforzato il sistema di prevenzione degli stati membri, sulla base delle indicazioni del FAFT del 2012 e valorizzando l’approccio basato sul rischio (Risk Based Approach)
  • Direttiva 2018/843 (nota anche come V direttiva), che ha allargato la platea di soggetti obbligati, ha previsto regole più severe per l’adeguata verifica, esteso le misure della titolarità effettiva e rafforzato i poteri delle FIU (Financial Intelligence Unit)
  • Nel 2019 la Commissione Europea ha pubblicato quattro rapporti sull’antiriciclaggio:
    • La valutazione sovranazionale dei rischi, includendo fattori di rischio di portata sovranazionale
    • Una relazione sulle attività svolte dalle FIU e gli ambiti di collaborazione, sia tra le FIU europee che con i paesi terzi
    • Un rapporto sui casi più importanti che hanno coinvolto banche europee con un’analisi critica delle inefficienze legate ai controlli
    • Un rapporto sulla connessione tra i registri nazionali dei conti bancari mirato all’individuazione di soluzioni che permettano un maggior interscambio tra i paesi dell’unione

Alle normative esistenti si sono poi aggiunte una serie di proposte e iniziative, tra cui:

  • Un piano d’azione stilato dalla Commissione Europea nel maggio 2020, in cui vengono date indicazioni sui prossimi sviluppi normativi, quali:
    • creazione di un codice unico di norme per tutta la UE
    • istituzione di un’Autorità di vigilanza unica (AMLA)
    • un meccanismo di coordinamento e supporto delle unità nazionali di informazione finanziaria (FIU)
  • Nel giugno 2022 il Consiglio Europeo ha approvato un posizione parziale sulla creazione dell’Autorità per la lotta al riciclaggio (AMLA), che conferisce poteri di supervisione diretta in alcuni ambiti finanziari; rimane ancora aperta la questione della sede della nuova autorità, sulla quale non è stato ancora raggiunto un accordo. Da più parti è stato chiesto che la nuova autorità abbia sede in Italia, sia per la cultura al contrasto ai fenomeni criminali sia perché attualmente in Italia non vi sono sedi di alcuna Autorità Finanziaria europea; le città candidate al momento sono tre: Roma, Varsavia e Berlino.

Nel tempo la normativa antiriciclaggio si è aggiornata per tener conto dei rischi derivanti da nuove sfide:

  • Innovazione tecnologia, quali cripto valute
  • Organizzazioni terroristiche sempre più globali
  • Crescente integrazione dei flussi finanziari all’interno della stessa UE

Vale poi la pena menzionare una serie di organismi che svolgono attività nella prevenzione del riciclaggio di denaro e di contrasto al terrorismo:

  • FATF (Financial Action Task Force) (GAFI in italiano – Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale): istituito nel 1989 in ambito OCSE durante il G-7 a Parigi, è un organismo intergovernativo, che ha l’obiettivo di definire standard e promuovere l’attuazione di regolamenti e norme operative volte a contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo. Tra le principali attività ha emanato nel 1990 una serie di raccomandazioni (40), nel 2001 ha individuato standard specifici contro il finanziamento al terrorismo e nel 2012 ha elaborato un aggiornamento delle raccomandazioni.

Il FATF conta 39 membri tra cui i paesi della UE, UK, USA, Russia, Giappone, Cina, India e Corea.

Svolge un’attività di promozione e verifica dell’applicazione degli standard internazionali; per quanto riguarda l’Italia, il primo rapporto è del 2015, caratterizzato da rating elevati nella maggior parte degli ambiti, nel 2019 è stato pubblicato il rapporto di follow up, che ha sostanzialmente confermato un rating positivo, grazie anche al recepimento della IV direttiva antiriciclaggio.

  • Gruppo EGMONT: è l’organismo globale delle FIU (Financial Intelligence Unit), è stato istituito nel 1995, il numero delle FIU è rapidamente incrementato ed ad oggi sono più di 150. Gestisce la rete Egmont Secure Web (ESW), utilizzata dalle FIU per lo scambio di informazioni operative. Promuove e stimola lo sviluppo delle FIU e lo scambio di informazioni, fornendo anche un’assistenza tecnica.
  • MONEYVAL (Select Committee of Experts on the Evaluation of Anti-Money Laundering Measures): è stato istituito nel 1997 all’interno del Consiglio d’Europa, è l’organo dedicato alle politiche antiriciclaggio all’interno del Consiglio ed opera agisce come organo regionale del GAFI

I trend dell’Antiriciclaggio

Infine è interessante fornire un’indicazione dei principali trend che caratterizzano l’antiriciclaggio:

  • Crescita del numero di segnalazioni sospette (SOS): per quanto riguarda l’Italia per esempio si è passati da 93.000 segnalazioni nel 2017 a circa 155.426 segnalazioni nel 2022, con un tasso di crescita costante nel tempo.
  • Aumento delle collaborazioni con le FIU estere, grazie ad una rinnovata rete FIU.NET supportata dalla Commissione Europea. La futura creazione di un’Autorità Europea (AMLA) supporterà ulteriormente questo trend di sviluppo.
  • Nuovi ambiti: il crescente utilizzo di asset virtuali ha spinto la UE a stabilire un quadro normativo specifico per gli emittenti di cripto attività e per i fornitori di servizi legati alle cripto attività. La Presidenza del Consiglio e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio in merito alla regolamentazione dei mercati delle cripto attività (MiCA), al fine di garantire gli investitori, in particolare per i detentori di stablecoin (valute virtuali il cui valore è legato a una valuta avente corso legale stabile, come il dollaro o l’euro). Le autorità statunitensi si stanno muovendo nella stessa direzione.
  • Maggior trasparenza nell’individuazione dei titolari effettivi: come richiesto dalla IV e dalla V direttiva europea, i vari stati europei stanno istituendo il registro dei titolari effettivi (UBO – Ultimate Beneficial Owner – register), disponibili nella maggior parte dei paesi.

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