Marco Cuchel, Presidente ANC risponde su: Redditometro e ruolo del commercialista.

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Il Redditest si propone come uno strumento anti-evasione che dovrebbe aiutare i cittadini a comprendere se nella rendicontazione fra entrate ed uscite, vi sono anomalie atte a segnalare una situazione di evasione fiscale. Ma quali potrebbero essere le implicazioni per i commercialisti? Abbiamo chiesto a Marco Cuchel, presidente ANC (Associazione Nazionale Commercialisti).

Se il redditometro del “sig. Rossi” segnala un’evasione, il commercialista dello stesso sarà ritenuto responsabile?

Purtroppo è divenuto comportamento largamente diffuso quello di cercare di attribuire al Professionista, ed in particolare al Commercialista, responsabilità a vari livelli rispetto ai rapporti professionali che lo stesso intrattiene.
Dalla normativa sanzionatoria, ai comportamenti tenuti dagli Uffici Finanziari e dalla Pubblica Amministrazione fino ad arrivare agli stessi clienti, sembra che da tempo ci sia una volontà di identificare il Commercialista come colui che è responsabile di ogni cosa e pertanto come il soggetto al quale poter irrogare sanzioni o richiedere risarcimenti danni.

Con il nuovo redditometro assisteremo, verosimilmente, in molti casi a tentativi più o meno velati di attribuire responsabilità al Commercialista, in particolar modo da parte dei clienti. In base alla nuova procedura accertativa, il contribuente per giustificare la correttezza della propria posizione fiscale, dovrà riuscire a ricostruire la “propria vita finanziaria e del suo nucleo familiare”.

Per questo motivo, il Commercialista non può essere ritenuto responsabile in alcun modo se il proprio cliente, il Signor “Rossi”, riceve un accertamento redditometrico. Il tenore di vita e le abitudini personali e del proprio nucleo familiare, le spese sostenute a vario titolo e genere con diverse modalità, disponibilità di denaro che esulano dagli elementi dichiarativi della propria dichiarazione dei redditi, rendono praticamente impossibile al Commercialista fornire, con i dati in proprio possesso, una analisi attendibile.
È il cliente/contribuente, e solo lui, che conosce la reale situazione del proprio nucleo familiare, la conseguente capacità di spesa dello stesso e se, in relazione ai vari comportamenti tenuti, si possano verificare situazioni tali da determinare “l’attenzione” da parte dell’Amministrazione Finanziaria. Il Commercialista non potrà mai essere individuato quale responsabile rispetto ad un accertamento induttivo che si basa pressoché totalmente su dati extracontabili conosciuti e conoscibili al solo contribuente ed ai suoi familiari (contabilità familiare).

Ci possono essere vari livelli di responsabilità?

In base a quanto sopra, unica responsabilità eventualmente attribuibile al Commercialista può essere quella riconducibile ad un incarico specifico di analisi ricevuto dal cliente, magari collegato ad una operazione straordinaria quale acquisto di un immobile o altro importante tipo di investimento. Anche in questo caso, comunque, la responsabilità del Commercialista sarà limitata in base agli elementi forniti e conosciuti esclusivamente dal cliente, considerato anche che il redditometro, di fatto, è andato ad unificarsi con il cosiddetto “spesometro”. Infatti nella fattispecie, non è prevista la compilazione di uno specifico modello ministeriale da inviare telematicamente con i relativi dati sottoscritti dal contribuente all’Amministrazione Finanziaria, ma semplicemente si tratta di utilizzare un software per analizzare, se richiesto, le singole posizioni personali. È chiaro che il Commercialista potrà fornire una consulenza rispetto alla situazione che si prospetta dal calcolo redditometrico e valutare con il cliente i conseguenti scenari, ma resta fermo che la decisione o meno di porre in atto determinate operazioni rimangono nell’esclusiva volontà del cliente stesso.

Si può “interpretare” il dato del redditometro o meglio documentarlo di quanto non faccia il software stesso?

Come evidenziato, l’analisi dei dati extracontabili che determinano il risultato redditometrico può essere oggetto di interpretazioni e riflessioni che possono tradursi anche nella preventiva raccolta di documentazione che possa, in caso di successivo accertamento e relativo contraddittorio, sostenere la fedeltà contributiva del cliente. Anche in questo caso, ruolo determinante è quello del cliente stesso che deve fornire le maggiori notizie possibili al Commercialista rispetto alla situazione del proprio nucleo familiare, dimostrando l’esistenza di redditi legittimamente non dichiarati, disponibilità accumulatesi nel tempo anche attraverso eventuali disinvestimenti, coinvolgimento di terze persone ecc
Il software naturalmente si limita ad elaborare i dati e a fornire dei risultati che proprio per la natura statistico–induttiva dello strumento, non possono assolutamente rispecchiare puntualmente l’universo delle specifiche situazioni. Lo strumento, anche se affinato rispetto alla precedente versione, non può essere esaustivo e pertanto può rilevarsi assolutamente impreciso.
Come tutti gli strumenti induttivi, secondo l’Associazione Nazionale Commercialisti, il nuovo redditometro può essere utilizzato quale modalità investigativa in grado di far scattare un campanello d’allarme, che deve però prevedere indagini approfondite sul singolo caso, rapportando gli elementi induttivi alla reale situazione del contribuente, così come sostenuto anche dal Presidente della Corte dei Conti.

Marco Cuchel
Presidente ANC
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Il Redditest, software che calcola la conformità fra spese sostenute e reddito dichiarato, è scaricabile dal sito del Ministero delle Finanze a questo LINK.

VIDEO Istruzioni sull’uso del Redditest

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